Un racconto lungo due ore di progetti realizzati dallo studio Harquitectes è ciò che ci ha offerto l’architetto catalano Xavier Ros Majó durante l’incontro di mercoledì 4 maggio 2016 di Looking Around. La descrizione delle ragioni delle scelte e dei problemi che sono stati affrontati nei singoli casi e che hanno portato alla definizione finale del progetto ha permesso ad una platea silenziosa ed attenta di delineare un quadro preciso del modo di operare degli architetti.
In che modo il concetto “adaptation” che fa da filo conduttore al ciclo di Looking Around 2016 serve a spiegare il loro approccio?
Dalle parole di Xavier si è delineato un metodo di lavoro molto concreto: gli architetti partono dall’analisi delle necessità del cliente e del contesto per definire il progetto. Come a Ullastret, in Catalogna, dove lo studio è impegnato nella costruzione di una casa in funzione di una condizione esterna: un muro in pietra che non poteva essere eliminato in quanto tutelato, a partire dal quale ha preso vita il progetto della residenza.
Tuttavia la capacità adattiva non è solo nella professionalità degli architetti, ma soprattutto nelle architetture che creano: “a noi interessa che la struttura sia flessibile” afferma Xavier “che abbia un potenziale per adeguarsi al cliente.” Tornare a vedere come gli spazi disegnati hanno preso forma nell’uso quotidiano degli abitanti è interessante perché mette in luce come anche se “tu lavori con la tua idea c’è sempre un potenziale di imprevisto legato al modo in cui le persone usano quello spazio”. L’esempio più eclatante è la residenza universitaria di Sant Cugat del Vallès dove volutamente gli alloggi sono stati pensati in modo minimale, lasciando libertà agli studenti di architettura di riprogettare l’interno in cui avrebbero vissuto. “La nostra architettura è a supporto di quello che la gente vuole fare.”
Nelle architetture non vivono solo le persone però…
E infatti la vitalità di un’architettura è anche definita dalle forme di vegetazione che trovano spazio al suo interno. Harquitectes spesso gioca sull’ibridazione tra spazi interni ed esterni nell’uso delle finiture o nel ricorso al verde come elemento di arredo d’interni. La casa 1101 è stata progettata come uno spazio aperto in cui l’interno è connesso senza quasi soluzioni di continuità con il giardino. “La vegetazione ha la capacità di migliorare l’architettura” sostiene Xavier “di trasformare uno spazio asciutto e duro, rendendolo più confortevole, colonizzandone le pareti”.
Quanto conta il budget nella fase di ideazione?
Non è un limite, ma è un fattore che influisce su tutte le decisioni che vengono prese durante il disegno di un’architettura. Nella scelta dei materiali che vengono adottati c’è sempre un equilibrio tra ricerca stilistica e vincoli del budget e questo non solo nel caso di progettazioni low cost. Alla domanda su quale sia il loro progetto preferito, Xavier risponde: “Gli architetti sono come i musicisti. Il nostro progetto preferito è sempre l’ultimo. Tuttavia ci sono alcuni lavori che segnano un cambiamento nel modo di progettare; ce n’è uno cui siamo molto affezionati, la Casa 712”. È una residenza triangolare perché quella era la superficie a disposizione e la normativa richiedeva di essere equidistanti dai confini. “A causa della non concessione di un finanziamento dalle banche, in 48 ore abbiamo dovuto tagliare il budget della metà, dimostrando ai clienti, che erano pronti a rinunciare, l’importanza del nostro contributo”.