Giovedì 19 settembre ore 18.30-19.30
“La più celebre palestra del mondo”. Platone e la nascita della filosofia
La filosofia, all’origine, non è solo un’operazione linguistica, discorsiva, teorica, ma la creazione di uno spazio materiale in cui esercitarsi nell’unione di mente e corpo. Parlare della nascita della filosofia, e comprenderla, significa dunque ripercorrere la genesi e la struttura del luogo scelto da Platone per dare vita alla propria scuola. Questo luogo è noto come “Accademia”. Ma che cos’era l’Accademia platonica? Come si presentava? Dov’era collocata? Alcuni filosofi contemporanei l’hanno definita una “proto-biblioteca”, ma si tratta di una definizione impropria. L’Accademia era, per usare le parole di Cicerone, “la più celebre palestra del mondo”. Una palestra nel senso originario del termine: un luogo in cui si dialoga e al contempo ci si allena nella lotta, con un colonnato interno, portici e un rettangolo di sabbia al centro in cui combattere.
Simone Regazzoni. Dottorato in filosofia presso le Università di Paris 8 Vincennes-Saint-Denis e Genova, ha insegnato presso l’Università Cattolica di Milano e l’Università di Pavia. I suoi campi di ricerca sono la filosofia politica e la filosofia della cultura di massa. Attualmente insegna presso l’IRPA di Milano, Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata diretto da Massimo Recalcati e collabora con la Scuola Holden di Torino. Scrive per “Tuttolibri” de “La Stampa”. È autore di numerosi programmi televisivi e collaboratore per diverse testate giornalistiche, come Il Corriere della Sera e Repubblica. È docente all’Università IULM di Milano nel master di Arti del racconto.
Oggi associamo la felicità a una sensazione di tranquillità e serenità. I Greci, invece, ne avevano una visione più intensiva e dinamica: felicità era l’esperienza di pienezza che provava l’atleta, distante dalla nostra, caratterizzata invece da una postura fondamentalmente statica. Se la felicità è la forza vitale che ci porta a diventare la versione migliore di noi stessɜ, bisogna sempre essere prontɜ a modificarsi, a trasformarsi. La felicità di Platone è la fatica per conquistare, con i propri tempi e nel proprio spazio, la trasformazione di noi stessɜ. Il movimento primo del filosofo, nel famoso mito della caverna, non è infatti quello di parlare, ma quello di alzarsi in piedi. Questo è il gesto che ci rende disposti a faticare e raggiungere quel livello di vita un po’ più piena, un po’ più felice.