Dal 10 al 14 maggio potrete sperimentare a Venaus nuovi modelli di intervento nei contesti alpini, lavorando con Ceschia e Mentil, Feld72 e Campomarzio.
Vi piacerebbe lavorare per cinque giorni con tre studi di rilievo nel mondo della progettazione? Potrete farlo dal 10 al 14 maggio partecipando a Una montagna di sguardi, il nostro workshop che si dedicherà a due casi studio: l’area dello Stadio Olimpico del Salto di Pragelato e il centro di Venaus. Se sceglierete quest’ultimo focus tematico, avrete il compito di ripensare le metodologie di intervento in risposta alle esigenze dell’abitare capaci di attivare nuove economie locali, seguendo le dritte di tre studi esperti in contesti alpini: Feld72, Ceschia e Mentil e Campomarzio.
Per lo studio viennese Feld72, uno dei vincitori dell’ultima rassegna Architettura Arco Alpino, ci sarà Michael Obrist, partener fondatore. Lo studio è attivo a livello internazionale e abbraccia architettura, urbanistica e arte, lavorando a masterplan, strategie urbane e architetture di diverse scala.
Il complesso residenziale di Appiano (BZ), inaugurato del 2015, è l’opera grazie alla quale lo studio è rientrato nella rosa dei vincitori della rassegna AAA 2016. Il progetto conta diversi alloggi dal disegno essenziale raggruppati attorno a uno spazio verde; la disposizione delle aperture, le finestre a tutta altezza e le cornici marcapiano danno movimento al complesso, il quale assume un aspetto scultoreo grazie alle sue calde tonalità.
Un altro esempio di progetto inserito in contesti montani è l’asilo nido di Valdaora di Sotto, sempre in provincia di Bolzano: l’edificio riesce a integrarsi con naturalezza nel suo contesto, ma senza per questo rinunciare alla sua identità. Il risultato è un’architettura che sembra intermediare con disinvoltura tra tradizione e contemporaneità.
Federico Mentil è uno dei due partner dello studio veneziano Ceschia e Mentil. I progetti del duo spaziano tra design, interni, architettura e progetti urbani e anche nel loro caso sono numerosi gli interventi inseriti in ambiti alpini.
Tra questi, il progetto per l’unità residenziale al servizio dell’albergo diffuso di Paluzza, in Friuli Venezia Giulia (2014). L’edificio è stato costruito attraverso il recupero di una vecchia struttura rurale, con l’obiettivo di promuovere un turismo più sostenibile e di ridare vita a luoghi dimenticati. Gli interni della casa si ispirano alla morfologia del sito in cui sorge: la cucina è ospitata in un ambiente scuro con una piccola apertura, il salotto si affaccia su una grande vetrata senza telaio da cui è possibile ammirare il paesaggio, mentre la camera da letto ricorda una grotta in legno, uno spazio piccolo e intimo da cui è possibile ammirare il paesaggio da una bassa finestra.
Interessante anche il recupero del cimitero storico di Timau-Cleulis, concluso nel 2010 a Timau, Udine. Senza cancellare le tracce del lungo abbandono del sito per non negarne la storia, l’intervento ha riorganizzato i percorsi e ha sovrapposto nuovi materiali a quelli esistenti, senza per questo mascherarli.
Anche Campomarzio vanta una progettazione attenta e meticolosa capace di coniugare tradizione e innovazione. Il collettivo trentino è stato fondato nel 2012 da architetti e ingegneri che uniscono diverse competenze ed esperienze e si dedica all’architettura, all’urbanistica, alla ricerca e alla comunicazione visiva. Il gruppo ha partecipato nel 2014 alla Biennale di Venezia con il progetto Ground Floor Crisis e nello stesso anno il suo impegno è stato riconosciuto nel 2014 in occasione del NIB – New Italian Blood, il premio riservato ai 10 migliori studi emergenti d’Italia. Su sua iniziativa, Campomarzio si dedica a ricerche, progetti e visioni riguardanti la città e la società, indagando lo spazio e la condizione urbana contemporanea. Un esempio è la ricerca per piazza della Mostra, al margine del centro storico di Trento dominata dal Castello del Buonconsiglio, ad oggi utilizzata come parcheggio. Il collettivo, dopo aver studiato l’area per 6 mesi, ha messo su carta la proposta di interrare il parcheggio per liberare la piazza, la quale riassumerebbe così la sua funzione di luogo pubblico a disposizione della cittadinanza; la realizzazione di una biglietteria e di un infopoint ricucirebbe inoltre il rapporto tra piazza e castello. Il progetto è stato presentato in un’esposizione ed è stato distribuito con una pubblicazione ai cittadini.
I tutor che guideranno il gruppo di lavoro di Pragelato non sono da meno: Elasticospa, MADE associati e StudioErrante Architetture (anche questo tra i vincitori della rassegna Architettura Arco Alpino 2016).
In scadenza il 14 aprile, il workshop è rivolto ad architetti, designer, pianificatori territoriali, tecnici della pubblica amministrazioni, ricercatori, fotografi, progettisti culturali, economisti, artisti e studenti. La quota include pernottamento e mezza pensione ed è previsto il riconoscimento di 20 CFP per architetti e 3 CFU per studenti; a questi ultimi, inoltre, sono riservate 2 borse di studio.
Per conoscere i dettagli del programma e le modalità di iscrizione vai alla pagina di descrizione del workshop.