Espacio transmisor del Túmulo de Seró, il sito della Tomba di Seró, è il nome del percorso archeologico-museale del 2012 che, nei suoi 3.500 metri quadrati di superficie, include aree espositive, uno spazio polifunzionale e un punto ristoro in cui degustare i prodotti locali. L’intervento è stato commissionato dall’amministrazione locale in seguito all’inaspettata scoperta, avvenuta durante i lavori per l’ampliamento di un sistema di irrigazione, di resti archeologici preistorici risalenti a 4.800 anni fa.
Gironès ha scelto di utilizzare materiali locali di recupero per dare vita alle rampe che accompagnano i visitatori del sito, un morbido susseguirsi di salite e discese che si dirama tra i resti di statue e tombe megalitiche e che culmina in un punto panoramico.
La colorazione bruna delle rampe in acciaio corten, la pavimentazione in argilla, le pareti e la copertura in laterzio che si lasciano attraversare da fasci di luce grazie ai loro numerosi spiragli, contribuiscono a creare un’intima e calda atmosfera all’interno del percorso, che si integra con disinvoltura nel paesaggio.
La stessa attenzione al contesto è presente nell’intervento realizzato per la valorizzazione delle rovine di Can Tacó, a Montmelò, anch’esso concluso nel 2012.
Il sito archeologico ospita una domus romana risalente al II secolo a.C.; sorge su un punto panoramico collocato sulla confluenza dei fiumi Congost y Mogent e Besós e si inserisce in un tessuto urbano industrializzato e frammentato. L’intervento ha rappresentato per Gironès un pretesto per agire a una scala più ampia, con l’obiettivo di valorizzare non solo i ruderi della domus ma anche il contesto in cui si inseriscono. Le terrazze archeologiche sono state definite e modellate attraverso alcune reti metalliche, irrobustite da blocchi di pietra provenienti da un’antica cava romana. Per la realizzazione di questi lavori è stato utilizzato anche il materiale di scarto prodotto dagli scavi archeologici; in questo modo lo stesso terreno che prima nascondeva le rovine oggi contribuisce alla loro valorizzazione, assumendo una nuova collocazione e un nuovo significato. Il risultato è una sovrapposizione ordinata tra pietra e acciaio, una reinterpretazione dell’esistente che privilegia l’aggiunta di materiali alla loro cancellazione.
Il progetto per 80 appartamenti di edilizia sociale è stato realizzato nel 2009 a Salou, un Comune sulla costa catalana a sud di Tarragona. L’intervento sorge in un contesto agricolo e conta due blocchi di 4 piani e di 15×52 metri ciascuno. Nel disegnare il progetto, Gironès ha voluto mettere in dialogo gli appartamenti con il loro contesto, creando ambienti di connessione tra queste due diverse realtà; una soluzione escogitata per rimediare alle rigide regole di pianificazione locale cui doveva sottostare, pensate per una rapida crescita urbana a discapito dell’interazione degli edifici con l’ambiente circostante. Ogni piano ospita 10 appartamenti, tutti disegnati sullo stesso modello per un’ottimizzazione dei costi. I piani terreni sono leggermente sopraelevati rispetto al livello del suolo, permettendo all’aria e alla luce naturale di raggiungere i parcheggi interrati.
Le zone di accesso e gli spazi comuni dei due blocchi fanno da cuscinetto tra gli appartamenti e l’esterno e gli ambienti all’aperto si lasciano colonizzare dalla vegetazione che, insieme ai piccoli pioppeti che circondano gli edifici, danno un po’ di sollievo durante il caldo dell’estate. Tutti gli spazi sono stati pensati per adattarsi alle diverse condizioni climatiche: realizzati con materiali semplici e poco costosi, richiedono poca manutenzione e grazie a un’attenta disposizione riescono a creare condizioni ottimali di abitabilità indipendentemente dal periodo dell’anno in cui ci si trova.
Interessante anche il progetto di conversione dell’antica fabbrica Can Minguell del Comune catalano di Matarò, commissionato dal Comune per offrire alla città un nuovo spazio che si prestasse a usi sia pubblici che privati. All’interno dei suoi 2.100 metri quadrati disposti su quattro piani, oggi l’ex complesso industriale ospita un bar e uno spazio polivalente per mostre e laboratori a disposizione dei cittadini, cui si aggiungono uffici privati e spazi per le riprese cinematografiche.
Nell’intervenire su quest’architettura risalente al 1850, Gironès ha voluto mantenerne il più possibile la struttura originale, conservando lo spazio creato dalle ampie volte a timpano e valorizzando la diversità degli elementi che caratterizzano l’ex complesso, mettendone in luce la sua essenza.
Inoltre il progetto tiene conto del flusso dei diversi fruitori che quotidianamente si muovono all’interno dell’edificio: rispettando la disposizione dei due nuclei principali preesistenti, sono state ridisegnate le connessioni tra i diversi ambienti in risposta alle nuove destinazioni d’uso.