Sede OAT e quartiere Falchera / 8 CFP / cod. 1985 / NON ATTIVATO
Un modello insediativo di unità di vicinato tra tradizione locale ed esperienze nordeuropee
NON ATTIVATO
Il quartiere Falchera vecchia costituisce l’intervento di maggiore risalto nel panorama architettonico urbano torinese dell’immediato dopoguerra, realizzato nell’ambito del programma Ina-Casa. I criteri ispiratori di questa borgata di edilizia popolare hanno la loro origine nel clima culturale euforico della ricostruzione post-bellica, ovvero la concretizzazione delle teorie sull’unità di vicinato al centro dell’ampio dibattito urbano degli anni ‘50. Il piano dell’insediamento è redatto dagli architetti Giovanni Astengo (capogruppo), Sandro Molli Boffa, Mario Passanti, Nello Renacco e Aldo Rizzotti, già autori della proposta di sviluppo urbano di Torino lungo una direttrice nord-sud presentata nel 1947 nel piano regionale piemontese.
I blocchi residenziali, disposti secondo una linea spezzata che genera una serie di corti aperte, sono caratterizzati dallo stesso tipo di muratura (laterizio a vista) e di copertura (a falde in coppi), richiamando i miti della tradizione locale come delle coeve esperienze nordeuropee, rielaborati in chiavi diverse dai vari professionisti chiamati a progettare i singoli blocchi (Ettore Sottsass Sr., Gino Becker, Augusto Romano, oltre agli stessi autori del piano).
Il carattere autonomo del quartiere, enfatizzato nel progetto iniziale dalla presenza di negozi, bar, uffici, cinema, scuola, chiesa, si tramuta però ben presto in emarginazione dalla città, per la quale avrebbe invece dovuto essere un avamposto per uno sviluppo verso nord.
Il corso affianca alla parte teorica una visita guidata nel quartiere Falchera.
L’iniziativa si inserisce in Formula Lez-Go, un ciclo di incontri della durata di una giornata che indagano particolari ambiti della progettazione affiancando le lezioni in aula alle visite a casi studio. All’interno della Formula Lez-Go rientra anche:
- Acustica architettonica ed edilizia, 23/11/18, CFP 8