L’arch. Giulio Desiderio, Project Director ed Esperto in Architettura Sanitaria di MCA – Mario Cucinella Architects, risponde a due domande a tema architettura e cura, per aiutarci a riflettere sul ruolo dell’architetto nella progettazione di strutture ospedaliere.
L’ Arch. Giulio Desiderio, Project Director ed Esperto in Architettura Sanitaria di MCA – Mario Cucinella Architects, risponde a due domande a tema architettura e cura, per aiutarci a riflettere sul ruolo dell’architetto nella progettazione di strutture ospedaliere.
Ci ha descritto l’ospedale del futuro, un nuovo modello di architettura sanitaria dal quale emerge una visione olistica della salute e del benessere della persona, in stretta connessione con i sistemi territoriali e la rete sanitaria assistenziale.
Cosa significa per lei “architettura che cura”? Questo principio come si traduce nella progettazione di strutture ospedaliere?
Credo che, per la maggior parte di noi, le parole benessere e ospedale non siano naturalmente collegate: la prima evoca leggerezza, luce, bellezza; la seconda, al contrario, richiama immagini opposte.
Sono però convinto che il futuro dell’architettura ospedaliera debba fondarsi proprio sulla connessione tra questi due concetti. Esiste – e deve esistere – un’architettura capace di generare luoghi in cui questa relazione prende vita. Un’architettura che non si limiti alla mera funzionalità, ma che pensi profondamente alle persone che vivranno questi spazi: pazienti, operatori sanitari e visitatori.
La nostra visione di ospedale del futuro parte da un approccio progettuale che va oltre i temi strettamente funzionali legati all’assistenza e alla cura del malato (ospedale come luogo di cura). Si tratta di adottare una visione olistica e innovativa della salute, incentrata sul benessere complessivo della persona (ospedale come luogo che cura).
L’introduzione di elementi naturali – luce, verde, piante, colori – diventa fondamentale per creare spazi che trasmettano bellezza e stimoli positivi. In questi luoghi, il paziente può trovare un ambiente che favorisca la terapia e acceleri la guarigione; gli operatori sanitari possono svolgere al meglio il proprio lavoro grazie a spazi adeguati anche al loro benessere; e tutto il personale ospedaliero può beneficiare di un’attenzione progettuale che in passato è stata spesso trascurata da un approccio puramente “funzionalista”.
“Dobbiamo tornare a un’idea di ospedale che sia parte della vita della città e non solo un luogo di cura” (da un’intervista dell’architetto Cucinella “Mario Cucinella firma il Nuovo Ospedale di Cremona”). In che termini le moderne strutture ospedaliere dovrebbero interagire con la comunità e dialogare con la città?
Ritengo che l’ospedale del futuro si integrerà sempre più con il contesto socioculturale, diventando un centro sanitario che non ospiti solo servizi di diagnosi e cura, ma che diventi anche un polo per la ricerca, la formazione, l’interazione sociale, la cultura urbana, il tempo libero e il benessere complessivo della persona. Mi piace immaginare un ospedale come una “città nella città”, dove molteplici funzioni e sistemi di relazione si intrecciano all’interno di un’unica infrastruttura complessa, promotrice di rigenerazione urbana e portatrice di impatti positivi a scala territoriale, al servizio della cittadinanza e in integrazione ai servizi già esistenti nella città.
Nel nostro approccio progettuale per le architetture sanitarie, l’elemento naturale è sempre parte integrante del processo, sia all’interno sia all’esterno dell’ospedale: il parco ospedaliero diventa così una risorsa aperta alla comunità, non solo per l’area circostante, ma anche in connessione con i sistemi verdi della città.
L’ospedale del futuro sarà flessibile, resiliente, digitale e sempre più tecnologico, adattabile e sostenibile, in grado di rispondere alle nuove esigenze che derivano dall’evoluzione continua delle conoscenze mediche, delle tecnologie, della ricerca e dell’uso ottimale delle risorse. Dovrà garantire sistemi di logistica automatizzata e impianti delocalizzati rispetto all’edificio principale; fare uso di materiali innovativi e sostenibili, mirati alla riduzione dei rischi di infezioni; e favorire l’espansione degli spazi dedicati alla ricerca, alla formazione e alla diagnostica, piuttosto che concentrarsi sul numero di camere di degenza. In questo senso, l’ospedale sarà sempre più efficace e rapido nel processo di cura e nella successiva dimissione del paziente, che potrà poi contare su strutture territoriali per l’accompagnamento post-ospedaliero.
Tuttavia, come già detto, credo che tutto ciò non sia sufficiente se non viene aggiunto un valore fondamentale: l’attenzione primaria al benessere di tutti gli utenti (pazienti, operatori sanitari, caregiver, visitatori). Questa opportunità è oggi compromessa dal considerare l’edificio ospedaliero come una mera “macchina per guarire” e dalla conseguente adozione di un approccio progettuale non integrato, che riduce a secondarie le necessità degli utenti. L’ospedale del futuro deve essere un luogo che valorizzi la bellezza come elemento centrale del progetto, intesa come motore funzionale che pone al centro della visione non solo la corretta gestione delle azioni assistenziali, ma anche e soprattutto la persona e il suo benessere.
Il nostro pensiero progettuale sull’ospedale del futuro è particolarmente vivo e concreto: oggi, come mai prima d’ora, ci rendiamo conto di quanto fragile, inadeguato e impreparato sia il patrimonio ospedaliero esistente, soprattutto in relazione alle sfide sanitarie a cui stiamo assistendo, e quanto il quadro economico non sia più adeguato a sostenere tali sfide. Da questo punto di vista, la sostenibilità rappresenta un aspetto chiave della visione futura dell’ospedale. Il nostro studio adotta da anni un approccio olistico integrato, che considera sia la sostenibilità ambientale sia quella sociale ed economica sin dalle prime fasi del concept, in quanto l’ospedale deve rispondere alle sfide attuali e future con un carattere flessibile, capace di adattarsi alle trasformazioni imposte dalla rivoluzione scientifica e dai cambiamenti climatici. Per questo motivo, efficienza energetica e innovazione sono i fattori centrali di sostenibilità su cui si dovranno concentrare i progetti ospedalieri dei prossimi decenni.