Abbiamo chiuso Building Happiness il 5 dicembre al Teatro Vittoria: ospite dell’ultimo Talk è stata Xu Tiantian. “Osservare come l’architettura può ricostruire la memoria collettiva per me è felicità”: il concetto di preservazione della memoria collettiva di una popolazione ha rappresentato il filo conduttore del suo intervento.
Abbiamo chiuso Building Happiness il 5 dicembre al Teatro Vittoria: ospite dell’ultimo Talk è stata Xu Tiantian, architetta cinese e fondatrice dello studio DnA Design and Architecture.
“Osservare come l’architettura può ricostruire la memoria collettiva per me è felicità”: il concetto di preservazione della memoria collettiva di una popolazione ha rappresentato il filo conduttore dell’intervento di Xu Tiantian.
Il patrimonio culturale e l’eredità di un popolo sono infatti fortemente radicati nelle aree rurali. A livello globale, metà della popolazione vive in queste aree, con una crescente urbanizzazione che spinge le persone dalle campagne verso le città. Questo fenomeno comporta la perdita dei legami con il patrimonio culturale delle zone rurali, dove si radicano tradizioni e identità collettive. L’architettura vernacolare, che è il frutto di secoli di esperienze locali, potrebbe essere preservata attraverso interventi che rispettano le peculiarità delle regioni rurali.
Quando Xu Tiantian e il suo studio hanno iniziato a lavorare nelle regioni rurali in Cina, come quella di Songyang, hanno applicato l’agopuntura architettonica, cioè un approccio olistico formato da una serie di interventi che si adattano e si integrano con il contesto locale, intervenendo in modo mirato per preservare l’identità e la memoria del luogo.
Ma come può la memoria collettiva essere fonte di ispirazione per le comunità rurali?
Un esempio affascinante di architettura vernacolare che contribuisce a costruire la memoria collettiva è rappresentato dai Tulou, le tradizionali abitazioni collettive cinesi riconosciute dall’UNESCO come patrimonio mondiale. Non erano solo strutture difensive, ma anche spazi di vita collettiva, dove centinaia di persone vivevano insieme, in un edificio che favoriva la coesione sociale e la condivisione.
Queste costruzioni sono una manifestazione concreta dell’identità locale e sono legate a una lunga tradizione di vita comunitaria. Per stimolare la memoria collettiva, i Tulou potrebbero essere reinterpretati come una “nuova tipologia di spazio” invece di essere restaurati alla loro forma originale. Attraverso interventi mirati di agopuntura architettonica, le rovine di questi edifici diventano una risorsa: un’opportunità, un nuovo linguaggio di progettazione che conservi la memoria storica ma che risponda alle esigenze contemporanee.
Questo approccio, che lascia spazio alla conservazione delle rovine, non solo ne preserva la storia, ma le arricchisce con nuovi significati, rivelando potenzialità inaspettate. Se tutti i Tulou fossero restaurati e riportati al loro stato originale perderemmo la loro unicità. Intervenire sulle rovine, invece, porta con sé nuove identità e nuove strategie progettuali.
I progetti di architettura che lavorano sulla memoria collettiva non rappresentano solo un atto di conservazione, ma sono una vera e propria costruzione condivisa di felicità, dove passato, presente e futuro si intrecciano per dare vita a spazi che possano davvero arricchire la comunità.
Foto di Edoardo Piva.
Building Happiness è un progetto promosso dalla Fondazione per l’architettura / Torino reso possibile anche grazie a:
Contributor: Fondazione Compagnia di San Paolo, Camera di Commercio di Torino
Sponsor Gold: Dierre, Fresia Alluminio, Idrocentro
Sponsor Silver: Ceramica Mediterranea, Sikkens, Traiano Luce