Il 7 novembre si è svolto l’ultimo appuntamento di Face to Face presso Ultraspazio, con ospite Nicola Ricci di LAP Architettura. Il lavoro di LAP si distingue per l’idea che la partecipazione non è solo un metodo, ma una necessità fondamentale per attivare il processo progettuale. Scopri come è andata!
Il 7 novembre si è svolto l’ultimo appuntamento di Face to Face presso Ultraspazio, con ospite Nicola Ricci di LAP Architettura. Laureato in Ingegneria Edile Architettura presso l’Università de l’Aquila, ha maturato una profonda conoscenza delle dinamiche di costruzione partecipata e di utilizzo di materiali sostenibili partecipando a workshop internazionali e concorsi di progettazione.
Dal 2018 entra a far parte dello studio LAP Architettura, uno degli studi italiani più promettenti e coinvolti nello sviluppo di progetti sociali e culturali basati su un nuovo modello di progettazione partecipativa, con sede a Pescara. Il lavoro di LAP si distingue per l’idea che la partecipazione non è solo un metodo, ma una necessità fondamentale per attivare il processo progettuale.
La partecipazione consente infatti di capire le reali esigenze delle persone, che vengono coinvolte fin dall’inizio del progetto. LAP Architettura è nato come associazione e si è evoluto in uno studio di architettura partecipata, inteso non solo come la progettazione e costruzione di edifici, ma come la creazione di spazi che appartengano davvero alla comunità.
Dove risiede la felicità? Una domanda ambiziosa e senza risposta definitiva. L’effimerità della felicità, per LAP Architettura, orienta piuttosto verso una ricerca del benessere. L’architettura, infatti, può contribuire al benessere sociale e alla qualità della vita attraverso un approccio partecipativo, capace di rispondere alle reali esigenze della comunità.
LAP esplora così l’idea di “costruire la felicità” coinvolgendo gli abitanti in un processo di di conoscenza, confronto, coinvolgimento, restituzione. Questo metodo – evolutivo e adattivo – non solo consente di realizzare interventi radicati nel contesto e nella cultura locale, ma instaura anche un dialogo profondo con la comunità, trasformando l’architettura in uno strumento di coesione e crescita collettiva. Il percorso partecipativo si rivela particolarmente efficace in contesti vulnerabili o marginali, dove il coinvolgimento attivo della comunità diventa essenziale per generare un senso di appartenenza e rafforzare il legame tra persone e luoghi.
Attraverso una selezione di casi studio significativi – tra cui il parco autoprogettato “Parcobaleno” a L’Aquila, il progetto di riqualificazione “La Città” nella Casa circondariale di Pescara, la “Scuola dei Desideri” di Pacentro e il “Ponte sul Cielo” a Pizzoferrato – Nicola Ricci ha dimostrato l’impatto positivo di progetti partecipati che rispondono in modo puntuale e sostenibile alle specificità del territorio, delineando un quadro di come la co-progettazione possa rappresentare non solo un approccio progettuale, ma una visione strategica di lungo termine, capace di promuovere benessere, armonia e identità comunitaria.
L’incontro è stato preceduto dal cortometraggio Spatial ritual di Lucas Bacle, che mostra ironicamente come gli architetti vorrebbero che i loro progetti fossero vissuti dagli utenti, generalmente assenti dai video di architettura.
Foto di Marco Campeotto.
Building Happiness è un progetto promosso dalla Fondazione per l’architettura / Torino reso possibile anche grazie a:
Contributor: Fondazione Compagnia di San Paolo, Camera di Commercio di Torino
Sponsor Gold: Dierre, Fresia Alluminio, Idrocentro
Sponsor Silver: Ceramica Mediterranea, Sikkens, Traiano Luce