Il 18 e 19 ottobre si è tenuto il primo appuntamento del progetto europeo che la Fondazione e il partner LURE porteranno avanti fino a luglio 2025. Un’occasione unica per incontrare il gruppo di lavoro e approfondire il prossimo futuro per l’architettura off-site applicata al social housing.
Il 18 e 19 ottobre si è tenuto il primo appuntamento del progetto europeo Erasmus+ che la Fondazione per l’architettura e il partner LURE porteranno avanti fino a luglio 2025. Un’occasione unica per incontrare il gruppo di lavoro e approfondire insieme quale sia il prossimo futuro per l’architettura off-site applicata al social housing. Tanti gli spunti di riflessione, ma abbiamo scoperto che c’è ancora molto da fare, ecco come è andata!
Venerdì 18 ottobre – Grazie al contributo dei nostri ospiti abbiamo cercato di comprendere come l’architettura l’off-site può essere legata a progetti di social housing e quali sono ad oggi le potenzialità. Con Chiara Rizzica e Piero Pelizzaro abbiamo delineato lo stato dell’arte delle politiche abitative in Italia in materia di social housing e l’importanza dell’innovazione della pubblica amministrazione per finalizzare progetti che guardano al futuro. I nostri ospiti ci hanno fornito vari spunti progettuali su come poter applicare e trasformare le tecnologie off-site in molteplici campi: Ingrid Paoletti ha condiviso il punto di vista della ricerca universitaria e del laboratorio Material Balance (Politecnico di Milano), che ricerca materiali innovativi da applicare alle costruzioni; Marco Dal Mas (Edera) ha presentato la rete Energiesprong, alleanza europea che fornisce best practices e numerose applicazioni di retrofit energetico.
Alla mattinata è seguito un pomeriggio di approfondimenti sulle pratiche off-site: ci siamo immersi nel mondo delle grandi costruzioni in legno con Xlam Dolomiti, nostro sponsor; abbiamo approfondito l’esperienza di Rice House su progetti di retrofit energetico e bioedilizia e dell’innovazione sociale (Homers) passando per le molteplici applicazioni del mondo digitale offerte dal DfMA (Pininfarina).
Sabato 19 ottobre – L’Ingegnere Flavio Nebiolo, l’Architetto Alberto Sordo e l’Architetto Francesco Tomatis dello studio di progettazione dquadro ci hanno guidati alla scoperta di un cantiere didattico. Grazie alla loro presentazione abbiamo approfondito le scelte progettuali. L’edificio, destinato a uffici e suddiviso in sette piani di 300 mq ciascuno, è progettato come ambiente open space ed è composto da pilastri in legno lamellare e solai in XLAM, che garantiscono robustezza e durabilità. Le facciate sono realizzate con moduli prefabbricati che inglobano gli infissi, accelerando i tempi di costruzione e migliorando l’efficienza complessiva. Il progetto prevede inoltre ridotti consumi energetici, grazie all’uso di tecnologie all’avanguardia e materiali isolanti di alta qualità.
Nel pomeriggio, Paolo Simeone ci ha offerto una visione d’insieme e raccontato di progetti innovativi realizzati in off-site. Ci siamo poi chiesti quali sono i nuovi indirizzi progettuali, ovvero: in che direzione va l’architettura off-site oggi? Dopo due giorni di esplorazioni sul tema, abbiamo cercato di fare chiarezza sui contenuti per capire come superare gli ostacoli che non permettono all’off-site di svilupparsi, specialmente in paesi come l’Italia e la Polonia.
I limiti e le opportunità per l’off-site sono diventati sfide progettuali che i nostri architetti hanno provato ad intuire e successivamente a risolvere. Durante il workshop, i partecipanti hanno lavorato in gruppi internazionali e hanno proposto tematiche di approfondimento:
- in che modo possiamo aprire la mentalità degli stakeholder locali verso l’off-site?
- come l’off-site può essere strumento per migliorare le comunità?
- l’architettura off-site può essere uno strumento per ripensare il concetto di proprietà legato all’housing?
- come l’off-site contribuisce ad un’ottimizzazione delle risorse?
Una due giorni ricca di spunti che ha posto le basi per futuri sviluppi in vista della seconda tappa a Varsavia, che si terrà a febbraio 2025.
Foto di Jana Sebestova.