Tra Bruxelles e Anversa: viaggio studio nelle Fiandre

A fine maggio la Fondazione e l’Ordine hanno proposto un viaggio studio di architettura nelle Fiandre, tra Bruxelles e Anversa. Ecco come è andata attraverso un breve resoconto accompagnato dagli scatti di chi ne ha preso parte.

Lo scorso maggio Fondazione per l’architettura e Ordine degli Architetti di Torino hanno proposto un viaggio studio di quattro giorni nelle Fiandre, una panoramica sull’architettura contemporanea belga tra Bruxelles e Anversa.

“Il percorso proposto si è sviluppato dal quartiere del Parlamento Europeo per spostarsi su opere più puntuali e disseminate nel Pentagone, il perimetro che racchiude il tessuto storico consolidato di Bruxelles” precisa Paolo Giordano, segretario dell’Ordine e curatore del progetto, “mentre lo spostamento ad Anversa ha permesso di ampliare la visuale su una scena architettonica contemporanea decisamente interessante e con un suo spazio definito nel panorama europeo”.

Partendo dal Parco Leopold, zona nord est di Bruxelles, il primo giorno si sono percorse le strade che costeggiano gli edifici principali dell’Unione Europea, guidati dal vicepresidente di Fondazione per l’architettura, Fabrizio Polledro. Il giorno seguente le visite si sono concentrate all’interno del Pentagone a partire da sud dai quartieri di Marolles e Sablon, dove si è potuto visitare il Centro servizi sociali con social housing e asilo d’infanzia Minimes, accompagnati dall’architetto André Ghislain dello studio Philippe Samyn and Partners.

Da qui, dopo uno sguardo alla Cité Hellemans, sorprendente esempio di riqualificazione di un quartiere operaio realizzata a inizio Novecento, ci si è spostati lungo la dorsale ferroviaria per visitare il complesso delle Brigittines, intervento di ampliamento di Andrea Bruno, che oggi si situa in un’area in progressiva riqualificazione dello spazio urbano in cui, verso il cuore della città, gli interventi contemporanei sono accanto ad edifici storici senza soluzione di continuità.

Dalla Grand Place e da Place de la Bourse, dove l’edificio storico della Borsa è oggi riconvertito con un intervento contemporaneo in Museo della birra con panoramico rooftop, si giunge al complesso della sede della banca BNP, progetto degli austriaci Baumschlager e Eberle che occupa un intero isolato con un interno sinuoso di successive corti interne. Poco distante il futuristico e straniante Tondo, un corridoio di forma toroidale che sovrasta una strada e collega due edifici, con un rivestimento a specchio che moltiplica le prospettive.

A nord ovest del Pentagone, l’area Tour&Taxis, sede ferroviaria storica dove la precedente stazione dismessa della Gare Maritime viene recuperata da Neutelings Riedijk in cui un restauro rispettoso dell’involucro si associa a una rifunzionalizzazione a spazio commerciale con uso diffuso del legno.

La giornata ad Anversa è partita dal porto, dove domina l’ampliamento degli uffici della Port House, ultima opera realizzata in vita da Zaha Hadid, una chiglia rovesciata protesa sulla piazza antistante rivestita in vetro che ammicca alla geometria del diamante. Poco lontano il museo MAS, ancora di Neutelings Riedijk, il cui rivestimento in pietra rossastra e vetro ondulato segna un riferimento per l’intera area. Più a sud si trova l’intervento della Theaterplein, una piazza contemporanea coperta da una pensilina aerea ideata dallo studio Secchi-Viganò. È ancora Paola Viganò a redigere il masterplan dell’area di espansione residenziale del Nieuw Zuid, in cui sono stati coinvolti alcuni dei nomi più noti nel panorama architettonico internazionale. Per concludere, la sede della provincia di Anversa dello studio XDGA, torre dal profilo scultoreo che emerge con il suo rivestimento bianco dall’area verde circostante.

Infine, ritorno a Bruxelles per un omaggio all’Art Nouveau e al suo architetto più noto, Victor Horta, con la casa e atelier, oggi museo, e le residenze disseminate nei dintorni del quartiere di Ixelles. Ultima sosta nel quartiere delle ambasciate di Louise, alla villa Empain, il cui restauro, ad opera della Fondazione Boghosian, ha permesso il recupero di un gioiello Art Decò.

Ecco il racconto del viaggio attraverso gli scatti di chi ha partecipato all’esperienza!

© Foto di Gian Paolo Cirnigliaro
© Foto di Gian Paolo Cirnigliaro
© Foto di Paolo Giordano
© Foto di Paolo Giordano
© Foto di Paola Masoero
© Foto di Paolo Giordano
© Foto di Alessandra Guerrisi
© Foto di Gian Paolo Cirnigliaro
© Foto di Adamo Robasto
© Foto di Julien Darquennes
© Foto di Federica Thomasset
© Foto di Paolo Giordano
© Foto di Paolo Giordano
© Foto di Paolo Giordano
© Foto di Silvia Brunello
© Foto di Silvia Brunello
© Foto di Cristina Giacomazzi
© Foto di Cristina Giacomazzi
© Foto di Gian Paolo Cirniglia
© Foto di Paola Masoero
© Foto di Paolo Giordano