È il titolo del percorso proposto dalla Fondazione e dall’Ordine nell’ambito del progetto Abitare il Paese per individuare un modello aggregativo che dia voce ai giovani e spazio ai loro progetti. Ecco i risultati.
Attivare comunità educanti: nuove generazioni per un progetto di futuro è il tema al centro della quarta edizione di Abitare il Paese – La cultura della domanda, il progetto del CNAPPC cui hanno partecipato anche la Fondazione per l’architettura e l’Ordine degli Architetti di Torino. La presentazione degli esiti della quarta edizione e l’avvio della quinta si sono tenuti venerdì 10 marzo in occasione della Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti, a Roma.
Obiettivo dell’iniziativa è stimolare a valorizzare la partecipazione sul territorio nel campo della scuola come promotrice di rigenerazione urbana, ponendo i bisogni e la creatività dei più giovani al centro del disegno della città.
La Fondazione per l’architettura e l’Ordine degli Architetti di Torino hanno contribuito anche a questa edizione attraverso “Un posto nel mondo”, percorso nato per individuare un modello aggregativo che dia voce ai giovani e spazio ai loro progetti. L’iniziativa ha coinvolto il Liceo Artistico Statale Renato Cottini di Torino, dove i tutor Marco Chiavacci e Nina Bassoli hanno portato nelle aule delle classi 4M e 5G il valore della progettazione in architettura e nella multimedialità.
Il percorso si è concentrato su tre macro-bisogni: la sostenibilità e il contatto con la natura, l’esplorazione della città e del mondo e la condivisione e la socialità. Da qui, attraverso un processo di ascolto, analisi e riflessione, gli studenti hanno dato forma alle loro idee su spazi di incontri, per lo sport, per il confronto, per la musica, per il divertimento, per la condivisione, per il benessere, per la riflessione e per il verde. Il risultato? 21 tavole con altrettante idee di progettazione per la città, presentate dagli studenti Enrico Crivello e Simone Dondi che venerdì scorso in rappresentanza del Liceo Cottini si sono confrontati con studenti e tutor da tutta Italia.
Alla base delle riflessioni innescate, la convinzione che la scuola debba divenire, sempre di più, centrale nella vita di una comunità in modo da potenziare il loro essere luoghi di aggregazione e di crescita culturale e civile.