A più di un anno dall’inizio della pandemia, come sta cambiando la nostra percezione dello spazio pubblico? Ne parleremo martedì 29 giugno alle 18 in live streaming e in presenza con Luigi Garella, Head of Insights di Nextatlas, ospite dell’incontro promosso dal Circolo del Design con la Fondazione. Ecco un assaggio.
Luigi, cosa stiamo imparando dalla pandemia in tema di spazi urbani?
Mentre le restrizioni allo spostamento svaniscono con la pandemia, alcuni degli atteggiamenti e dei modelli degli ultimi mesi persisteranno a lungo e modelleranno il futuro della mobilità urbana.
Il tempo passato costretti a uno stile di vita stanziale ha portato a un interesse rinvigorito nei nostri immediati dintorni.
Abbiamo imparato a coltivare e frequentare spazi ristretti, ora ci confrontiamo con una riapertura di orizzonti anche cittadini e siamo nella condizione di poter coltivare le nostre comunità in modo ottimale.
Cosa ci aspettiamo dai prossimi mesi e anni? Le energie sociali che sono state compresse in che direzione si libereranno?
Tra il timore di affrontare nuovamente il mondo e gli altri e l’attivismo di comunità, il ruolo degli spazi pubblici non sarà solo quello di garantire la sicurezza, quanto quello di proporsi come sistema di servizi interoperanti che intreccino le richieste del singolo, della comunità e della città come organismo in evoluzione. Dalla garanzia della privacy all’accoglienza della spinta alla nuova e intensa necessità di socializzazione che si sta già manifestando, emerge una tensione utopica che vede coinvolte tutte le demografie attive e coinvolge non solo le infrastrutture semplici (micromobilità, 15 minute cities, etc) ma l’approccio stesso alla coesione sociale negli spazi cittadini.