Per capire che l’irriverenza sia un ingrediente fondamentale nel lavoro del duo californiano basta fermarsi al nome del loro studio: “Design, Bitches”. L’obiettivo? Rendere le persone felici attraverso i propri progetti, mescolando il quotidiano con l’imprevisto.
Minimal, urban chic o industrial sono tutte etichette che vanno strette a Design, Bitches, l’eclettico studio di design e architettura fondato nel 2010 da Rebecca Rudolph e Catherine Johnson a Los Angeles.
E proprio come la città L.A., la bellezza dei lavori delle progettiste è frutto delle diversità di cui questi si compongono: all’interno degli spazi in cui opera, il duo crea puzzle in cui si incastrano frenesia urbana, vita da spiaggia, fluidità, atmosfera hippy e irriverenza dal sapore pop, con un unico obiettivo: dar vita a luoghi in cui la gente sia felice. “Ci consideriamo pragmatiche ribelli. Vogliamo garantire che tutto ciò che progettiamo sia ricco di dettagli, stravagante e bello. Per farlo, mescoliamo il quotidiano con l’imprevisto giocando con riferimenti nostalgici, culturali e psico-sociali”.
Doppia laurea in architettura e filosofia per Rudolph e doppia laurea in architettura e interior design per Johnson, le due si sono conosciute lavorando insieme in alcuni studi della città, dove hanno capito che prendersi troppo sul serio non fa per loro. La svolta è arrivata con la crisi del 2008, presa a pretesto per pensare in grande e mettersi in proprio, insieme. Il nome dello studio è nato quasi per gioco, in risposta a un concorso dal titolo “Architecture is: fill in the blank” (vinto). Da allora, la coppia di Design, Bitches! si concentra con la giusta irriverenza su progetti residenziali, culturali, educativi e commerciali, con una predilezione per gli spazi legati alla ristorazione. La filosofia che sta dietro a ogni progetto, invece, è sempre la stessa: «quando iniziamo a lavorare, partiamo sempre dalle persone. Una volta capito di cosa hanno bisogno, entra in gioco la sperimentazione su forme e materiali e la ricerca dei dettagli». E la creatività non si fa mancare; entrambe svelano di prendere ispirazione da tutto ciò che suscita emozioni positive durante le loro giornate: le pagine di un graphic novel, così come le insegne luminose e le vecchie carrozzerie che incontrano sulla strada. «Vogliamo sorprendere costantemente le persone, ma senza troppe manie di protagonismo; vogliamo creare quel tipo di spazio in cui si torna più e più volte, non tappe obbligate da visitare un’unica volta giusto per poter dire “ci sono stato, l’ho visto”».
Un effetto che ricercano nel disegno di una piccola lampada Ikea così come nel progetto di una grande catena di ristorazione, al punto da organizzare il proprio portfolio come una grande cabina armadio in cui i progetti sono classificati per taglia: L, M, S e XS.
Ed ecco qualche pragmatico esempio di progetto, dal più largo al più stretto:
- La Roastery del Sur è il progetto sviluppato a braccetto con l’identità del brand del committente: Verve. La ricerca si è concentrata sulla trasparenza visiva dello spazio, non solo tra interni ed esterni ma anche svelando ai fruitori il backstage delle roastery: dalla tostatura alla degustazione, dalla formazione al processo di realizzazione per la tazza perfetta. L’obiettivo è quello di esaltare il valore aggregativo della caffetteria, che diventa al tempo stesso torrefazione, ristorante, coworking, spazio di incontri. Insomma, uno dei tanti hub aggregativi di Los Angeles, ma senza avere bisogno di un pass per accedervi. Vai alla pagina dedicata al progetto per la Roastery del Sur di Verve sul sito di Design, Bitches
- Sempre legato alla ristorazione, anche il progetto Superba Snack Bar vincitore del premio dell’American Institute of Architects 2013 realizzato a Venice, quartiere bohemien di Los Angeles realizzato a inizio secolo sul modello rinascimentale di Venezia presto dimenticato fino all’importante recupero degli anni ‘80. Il progetto è stato pensato in modo da richiamare l’identità storica del quartiere affiancando le sue caratteristiche più sublimi a quelle più insolite. La soluzione è consistita nel catturare trame identificative dal quartiere, richiamate in modo sottile all’interno dello spazio: piastrelle della piscina inserite nelle sedute, poncho appoggiati sulla banchina e muri di stucco rastrellato, tutti elementi tipici del quartiere che, nell’insieme, incentivano l’atmosfera conviviale dello snack bar a fascia alta. Vai alla pagina dedicata alla Superba Snack Bar sul sito di Design, Bitches
- Si cambia decisamente ambito con 9 Dots, uno spazio educativo STEM (dall’acronimo di Science, Technology, Engineering e Mathematics) realizzato a Hollywood al servizio di bambini ma anche di insegnanti e operatori delle no profit alla ricerca un luogo di incontro e di formazione. Per questo progetto Design, Bitches ha prestato una particolare attenzione negli interventi di design, studiati per un open space e in grado di adattarsi alle diverse esigenze dei fruitori di ogni età. Uno spazio flessibile, quindi, in grado di stimolare la concentrazione così come il confronto. Ogni elemento è stato disegnato per poter essere nascosto o convertito: i cassettoni diventano sgabelli e tavoli, i paraventi possono spostarsi e dischiudersi e la planimetria dello spazio può essere parzialmente ridisegnata. Non si rinuncia al tratto eccentrico, questa volta costituito dai grandi cerchi che sembrano colonizzare lo spazio. Vai alla pagina dedicata al 9 Dots sul sito di Design, Bitches
5 modi per approfondire i 1000 abiti di Design, Bitches!
- Per entrare nel merito di come si sviluppino i progetti in casa Design, Bitches lasciamo la parola a Rebecca Rudolph e Catherine Johnson
- Hai bisogno di spunti su come leggere il contesto, riconoscere le influenze e sviluppare processi creativi? Puoi prendere ispirazione da questi due minuti di video
- Se hai più tempo a disposizione, ti consigliamo invece di riascoltare l’intervento del duo presso la SCI-Arch – Southern California Institute of Architecture
- Nostalgia degli anni ‘80? Gli spazi in mattoni e malta delle gelaterie Coolhaus fanno al caso tuo, tra cultura del food truck e un tocco pop dell’epoca, palloncini e pneumatici. Vai al progetto
- Per immergerti nell’atmosfera californiana, ecco la pubblicazione di James Steele dedicata allo spirito delle architetture contemporanee di Los Angeles.