È scaduto pochi giorni fa il bando del festival Bottom Up! e proprio oggi si riunisce la giuria che valuterà i 48 progetti ricevuti. Per stemperare la tensione, vi presentiamo i membri che compongono la commissione, provenienti da mondi diversi della progettazione ed esperti di partecipazione dal basso.
Hanno profili sfaccettati ed esperienze molto distanti tra loro: ecco chi sono i membri della giuria di Bottom Up!: Andrea Bartoli, Guido Bolatto, Maurizio Cilli, Cristina Coscia, Stefano Mirti, Alessandra Siviero, Mario Spoto, John Thackara sono al lavoro per scegliere i dodici progetti vincitori tra le 48 proposte pervenute. I risultati saranno resi pubblici il 6 febbraio.
Le comunità sono il motore propulsore dei processi di trasformazione urbana: da questa convinzione si muove l’attività culturale di John Thackara, lo scrittore, filosofo, consulente e giornalista inglese che rappresenta la quota internazionale della nostra giuria. Da trent’anni viaggia per il mondo raccogliendo testimonianze sul tema dell’ecosostenibilità e sostenendo progetti di organizzazione dal basso; è stato curatore della celebre conferenza Doors of Perception e organizzatore degli Xskool workshops, laboratori internazionali che favoriscono interventi di sviluppo sostenibile. Quando gli abbiamo chiesto come facesse a riconoscere il potenziale positivo di un progetto nato dal basso, ci ha elencato quattro caratteristiche fondamentali: un’energia proveniente dalle relazioni, più che dalle transazioni; la capacità di creare valore sociale ed ecologico; il potere di collegare attori formali e informali; la volontà di coinvolgere non soltanto individui, ma anche anchor institutions.
Insieme a lui ci sarà Andrea Bartoli, altra star dei processi bottom up: di formazione notaio e di professione curatore artistico, è fondatore del Farm Cultural Park, un progetto di recupero urbano grazie al quale è riuscito a trasformare un paesino della provincia siciliana in un centro d’arte contemporanea. La sua energia e creatività sono state premiate: il caso di Favara oggi è preso come modello a livello internazionale e fa parlare di sé nelle maggiori manifestazioni artistiche e culturali del Paese. Secondo Bartoli sono poche ma preziosissime le caratteristiche che rendono vincente un processo dal basso: generosità, passione, perseveranza e un pizzico di coraggio.
Naturalmente al tavolo della giuria non possono mancare i due curatori, che avete imparato a conoscere durante gli incontri pubblici e i Question time di questi mesi: Maurizio Cilli e Stefano Mirti.
A rappresentanza dell’Ordine degli Architetti e della Fondazione per l’architettura ci saranno Alessandra Siviero, presidente della Fondazione e Cristina Coscia, vicepresidente dell’Ordine.
Infine, le proposte saranno lette e valutate anche da due rappresentanti della Città di Torino e della Camera di Commercio. La presenza di Mario Spoto – segretario generale della Città di Torino – e di Guido Bolatto – segretario generale della Camera di Commercio di Torino – è un tassello importante del festival e un elemento di forza per la sostenibilità economica dei progetti selezionati.
Tra i 48 gruppi che hanno risposto al nostro bando, ci sono spunti molto interessanti: interventi su edifici in disuso e spazi sottoutilizzati, aree verdi e cortili, scuole e luoghi per attività culturali.
Con energie diverse e simili visioni, la giuria è al lavoro per valutare tutti i progetti e selezionare i più promettenti e interessanti da realizzare. I risultati saranno annunciati giovedì 6 febbraio 2020: incrociate le dita e tenetevi pronti… a breve potrebbe toccare a voi!