Per chiarire il concetto di Bottom Up!, prendiamo a prestito dal collettivo berlinese Raumlabor un caso che ben esemplifica il concetto di coinvolgimento dal basso: Werkstatt – Haus der Statistik, il progetto che intende trasformare l’ex sede della Stasi in un centro culturale.
A pochi giorni dalla deadline della call di Bottom Up! (la scadenza è giovedì 20 gennaio!), è arrivato il momento di indagare una delle possibili declinazioni di “progettazione dal basso” attraverso l’approfondimento di uno dei 32 casi di riferimento segnalati dai curatori del festival. Stiamo parlando di Raumlaborberlin, il gruppo di progettisti recentemente impegnato nella realizzazione della trasformazione dell’ex sede della Stasi di Berlino in un centro culturale: il Werkstatt – Haus der Statistik.
Dal tedesco “laboratorio dello spazio”, il Raumlaborberlin è un collettivo di architetti con base a Berlino in costante equilibrio tra architettura, urbanistica e arte pubblica. Attivo dal 1999, il gruppo è sempre alla ricerca di nuovi linguaggi, narrazioni, superfici e materiali attraverso i quali rispondere alle esigenze delle comunità. Come? Coinvolgendo la comunità stessa. I tre assi portanti su cui si basa ogni progetto dei Raumlaborberlin infatti sono la ricerca sul campo in un confronto con il mondo esterno, le pratiche di condivisione e di collaborazione e il superamento della divisione tra top-down e bottom-up in urbanistica, tre ingredienti ben approfonditi nel loro manuale Building The City Together e ancora più evidente in casi concreti come quello di Werkstatt – Haus der Statistik.
Da centro Stasi a centro culturale
Werkstatt – Haus der Statistik è un progetto in divenire per l’Haus der Statistik, l’imponente edificio da 11 piani e 40mila metri quadrati realizzato ad Alexanderplatz nel 1970 su disegno degli architetti Hörner, Senf e Härter, oggi facilmente riconoscibile dall’enorme scritta rossa “Stop wars” con cui pare ammonire la città. In passato quartier generale degli uffici statistici della DDR e della Stasi – l’organizzazione di sicurezza e spionaggio della Germania Est -, l’Haus der Statistik è abbandonata e dal 2008 attende una seconda chance con cui riscattare il proprio passato.
Da qui la proposta nata da una partnership tra istituzioni e associazioni sociali e culturali, collettivi di artisti, architetti, fondazioni e associazioni e che vede i Raumlabor impegnati in prima linea: impedire la demolizione dell’edificio per trasformarlo in un centro culturale e artistico con appartamenti a prezzi accessibili per i rifugiati.
Secondo il progetto, avviato a settembre 2018 e tuttora in corso, la Haus der Statistik si trasformerà quindi in un tassello “solidale, sostenibile e cosmopolita” di Berlino attraverso diversi livelli di partecipazione, coinvolgendo la cittadinanza in un processo laboratoriale; negli ultimi mesi tre team di pianificatori sono stati incaricati di progettare concetti di pianificazione urbana, ai quali i cittadini hanno contribuito con idee e proposte.
Per facilitare il coinvolgimento dei berlinesi, sin dall’inizio del progetto è stato istituito ai piedi dell’House of Statistics un vero e proprio sportello permanente, ricavato dall’ex negozio di biciclette Flöckner. La grande insegna “Werkstatt – Haus der Statistik” non lascia spazio al dubbio: lo sportello è sì un primo punto di contatto e di informazione sul progetto, ma è soprattutto la sede degli incontri settimanali, di riunioni ed eventi organizzati per confrontarsi sul contributo che il complesso di Alexanderplatz può ancora offrire alla città, fornendo al contempo puntuali aggiornamenti sull’avanzamento del processo di pianificazione.