Se assunta in gruppi multidisciplinari e sotto la guida di un architetto, la progettazione partecipata può diventare una vera e propria medicina! Ecco i dettagli di ARIA, l’inedito percorso di progettazione pensato per un reparto psichiatrico di Moncalieri, per il quale ci sarà bisogno di progettisti!
Se assunta regolarmente, in gruppi multidisciplinari e sotto la guida di uno o più architetti esperti, la progettazione partecipata può essere parte di un processo di cura, sia delle persone che dei luoghi. È il bugiardino di ARIA: Architettura e Riabilitazione, il progetto presentato lo scorso 10 ottobre da MinD Mad in Design, Fondazione per l’architettura / Torino e Asl To5 e che sperimenterà una nuova modalità di progettazione multidisciplinare, partecipata e inclusiva all’interno del reparto psichiatrico dell’Ospedale Santa Croce di Moncalieri.
ARIA ripenserà alcuni spazi collettivi del reparto come la zona pranzo, la cucina e il soggiorno (160mq) e il terrazzo (62mq) del reparto, attraverso un percorso che prenderà il via a marzo 2020. Gli architetti lavoreranno con pazienti e professionisti sanitari per la definizione del progetto che sarà realizzato: si tratta del primo caso in Italia in cui viene coinvolta un’equipe multidisciplinare per la riprogettazione di un reparto psichiatrico.
Ecco in cosa consisterà il progetto, tappa dopo tappa:
- Fase #01: il percorso formativo
Si inizierà a marzo con un corso rivolto agli architetti sui temi dell’umanizzazione degli spazi di cura: argomenti privilegiati saranno il contesto psichiatrico, la storia architettonica dei luoghi di cura per la salute mentale e le pratiche riabilitative e la metodologia della progettazione inclusiva multidisciplinare.
La frequenza del corso sarà requisito essenziale per partecipare alla seconda fase, ossia il workshop di progettazione! Nel frattempo, anche gli operatori sanitari e chi vive gli spazi del reparto saranno impegnati in un percorso formativo parallelo. - Fase #02: l’atelier di progettazione
Tra gli architetti iscritti al corso si selezioneranno gli architetti che prenderanno parte a un workshop di progettazione in programma a giugno. Gli architetti potranno scegliere di partecipare singolarmente o in gruppo (max 3 persone) e collaboreranno con 2 infermieri, 1 utente e 1 studente per team: a ogni gruppo, il compito di produrre un concept progettuale. - Fase #03: la realizzazione
A una giuria di esperti delle diverse discipline spetterà infine il compito di selezionare il concept vincitore e gli architetti autori otterranno l’incarico per la sua traduzione in progetto definitivo relativamente ai lotti finanziati. I partner del progetto sono alla ricerca delle risorse per la realizzazione completa degli interventi.
L’iniziativa, inoltre, mira a trasformare il percorso di progettazione degli interventi in un metodo di cura e riabilitazione basato attraverso discipline creative e percorsi inclusivi che valorizzino le progettualità creative latenti dei pazienti. Questo perché il processo creativo, ancora più dei suoi esiti, può essere considerato un potente alleato nelle nuove strategie riabilitative; solo la presa di coscienza di un luogo da parte di chi lo vive, con il coinvolgimento all’interno del processo di trasformazione, può consentire alla bellezza di dare vita a un reale cambiamento.
Continua a seguirci per restare aggiornato sulle prossime mosse del progetto! #staytuned