Professione interior designer

Essere un architetto di interni significa progettare spazi con un occhio di riguardo per materiali, finiture e colori. Ma non solo! Ecco qualche anticipazione del corso in partenza a novembre, durante il quale potrai scoprire preziosi trucchi del mestiere.

Ancora troppo spesso confuso con l’arredatore, l’interior designer è l’architetto degli interni incaricato di progettare gli spazi e le volumetrie curando materiali, finiture e colori. Non solo: è anche la figura che supporta il committente in ogni passaggio delle scelte progettuali, che presenta le pratiche in Comune e che guida la direzione lavori per tutta la durata del cantiere.
Un mestiere che ogni giorno porta ad affrontare sfide diverse, soprattutto se si pensa che spesso gli interior designer sono chiamati a progettare interni che hanno subito diverse trasformazioni nel tempo: edifici del Settecento, dell’Ottocento e del Novecento che con continue ristrutturazioni hanno risposto alle mutevoli esigenze del vivere quotidiano.

Se stai muovendo i primi passi in questo settore, ecco per te qualche utile anticipazione sul corso Gli strumenti della professione per interior designer (12 CFP) pensato insieme al focus group OAT Interior e in partenza il 7 novembre 2019.

La cassetta degli attrezzi

Scegliere di usare gli strumenti giusti significa porsi nelle condizioni di comprendere i gusti del committente finale in fase di progettazione e di presentare il lavoro in modo professionale e creativo. Ecco qualche esempio concreto:

  • l’intervista: è uno strumento indispensabile per capire quali siano le esigenze e i desideri del committente. Ad esempio, grazie all’intervista è possibile capire se è necessario ritagliare metri quadri per una zona pranzo in cui ospitare amici a discapito della cucina o viceversa, o se serve spazio supplementare per collezioni, passioni o animali domestici di chi andrà ad abitare la casa. Tutte informazioni che possono essere un utile supporto nella fase del layout preliminare;
  • la moodboard è lo strumento che l’interior designer restituisce al cliente con suggestioni di stile. Come suggerisce il termine stesso, infatti, si tratta di una tavola che mette in evidenza l’umore dell’ambiente da progettare;
  • la tavola CMF, invece, è un vero e proprio strumento progettuale attraverso il quale l’interior designer presenta al cliente i materiali, i colori e le finiture (da qua l’acronimo CMF) con le relative texture. In sostanza, nella tavola CMF dovrà rientrare ogni elemento che andrà a comporre il progetto;
  • il servizio fotografico ha diverse sfaccettature; qui possono rientrare ad esempio le foto scattate prima e dopo i lavori, un utile confronto da sfruttare anche come termine di paragone durante gli incarichi successivi, ma anche il servizio fotografico professionale da utilizzare per arricchire il proprio portfolio, il proprio sito e i social network.

Questo è solo un assaggio di quanto sarà approfondito da Valentina Farassino, architetto e referente del focus group Interior, durante le 12 ore del corso Gli strumenti della professione per interior designer (12 CFP). I pomeriggi da segnare in agenda sono giovedì 7, 14 e 21 novembre mentre la deadline per le iscrizioni è il 1° novembre!

 

Fotografia di Giorgia Mannavola. Progetto Casa MNVL, di Luca Macrì – LAMATILDE