Lo scorso lunedì i 24 partecipanti del workshop Spazi neonati hanno descritto davanti a una platea attenta ed eterogenea i 4 concept proposti per l’umanizzazione del reparto di Neonatologia del Sant’Anna. Un’occasione per riflettere su questo tema cruciale e per conoscere il concept vincitore.
Sono stati presentati lunedì 22 ottobre gli esiti di Spazi Neonati, il workshop che ha impegnato 24 progettisti nel proporre soluzioni per l’umanizzazione del reparto di Neonatologia universitaria del Sant’Anna.
I quattro concept proposti sono stati presentati dai rispettivi partecipanti davanti a una platea interessata ed eterogenea. Ecco i nomi delle proposte e le rispettive formazioni:
- TIN Ti Narro – Ti Nutro, di Simona Covello, Ivonne Escarleth Estrada Leva, Stefania Maria Eusebietti, Gianmarco Mottura, Barbara Pietrantoni Penna e Francesco Zannier
- Emotion, di Sabrina Anselmo, Mariagrazia Cantanna, Arianna Comotto, Valeria Gadaleta, Fabrizio Pellegrino e Giulia Volontè
- Tìn, di Paola Ferraris, Pietro Galizia, Marina Macera, Cosimo Razeto, Giuseppe Tarasco ed Elena Ursone
- Bozzolo (concept vincitore), di Silvia Battistini, Gianni Cagnazzo, Anali Cantoral Ripas, Grazia Giulia Cocina, Monica Taverniti e Irene Vignati
Ed è quest’ultima la proposta selezionata dalla giuria; la proclamazione è stata l’apice di una mattinata ricca di emozioni riflessioni, scandita dalla descrizione dettagliata dei progetti e da una stimolante riflessione sul tema dell’umanizzazione dei luoghi di cura.
Il tutto insieme agli studi UNDUO e Civico13, che hanno seguito i lavori dei partecipanti in qualità di tutor, e ai referenti degli enti promotori dell’iniziativa: Fondazione per l’architettura / Torino, DEAR – Design Around Onlus, il reparto di Neonatologia universitaria del Sant’Anna, NextAtlas, Fondazione Medicina a Misura di Donna e Piccoli Passi Onlus.
Ecco come gli autori del concept vincitore descrivono la loro proposta:
Un bozzolo per riprogettare gli spazi della Terapia Intensiva Neonatale.
Il bozzolo è la metafora di un progetto che vuole rappresentare la vita, l’energia e la tensione dinamica delle sfide che si intrecciano in questo luogo.
Perché qui, specialmente qui, lo spazio è una matassa inestricabile di istanze apparentemente contraddittori, e che invece possono diventare il significato irrinunciabile su cui lavorare:
c’è bisogno della luce, ma anche del buio che protegge; c’è bisogno delle macchine che si sostituiscono all’utero materno, ma anche di tanta umanità; c’è bisogno di stare vicini al proprio bambino, ma anche di affidarsi e di rifiatare; c’è bisogno di privacy ma forse soprattutto della rete dei genitori che hanno vissuto questi momenti; c’è bisogno di semplificare la fruizione dello spazio, senza perdere la complessità di queste implicazioni psicologiche, sociali, ambientali.
Un concept architettonico che è un sistema di polarità semantiche, su cui sviluppare un processo progettuale inclusivo. Uno strumento accessibile, lontano dal linguaggio iniziatico dell’architettura, che può diventare terreno fertile di confronto con i medici, gli infermieri, gli psicologi, i genitori, le associazioni, e tutti i tecnici che dovranno partecipare al processo creativo.
Tra le principali testate che hanno parlato dell’evento:
- Neonatologia, raccolta fondi al Sant’Anna
Il Corriere della Sera, 23 ottobre 2018 - Gli architetti ridisegnano il reparto per i neonati
La Repubblica, 23 ottobre 2018 - Gli architetti “ridisegnano” la Neonatologia con l’aiuto di genitori, medici e infermieri
Torino Cronaca Qui, 23 ottobre 2018 - Ospedale Sant’Anna: gli architetti ripensano la Neonatologia
La Stampa, 22 ottobre 2018