Progettare un giardino low cost significa ridurre le spese per la realizzazione e la manutenzione, ma anche ridurre l’impatto ambientale prediligendo la ricerca dell’equilibrio naturale alla perfezione estetica. Ce ne parla Veronica Buratto, in attesa di un incontro dedicato.
A cosa vi fanno pensare le parole low cost? Se la risposta è “la sola riduzione della spesa ai minimi termini” allora vi daremo motivo per ricredervi, perlomeno per quanto riguarda la progettazione del verde.
“Il giardino low cost è una nuova concezione di progettazione del verde, una scelta per un committente dalla sensibilità spiccata che affianca alla riduzione di costi la ricerca di un attento equilibrio tra componenti naturali”. A spiegarlo è Veronica Buratto, architetto paesaggista esperta nel disegno di aree verdi e referente scientifico dell’incontro dedicato al tema che ospiteremo il 10 luglio (vai alla pagina dedicata).
In questo contesto, il termine low cost è declinabile in almeno tre ambiti: un basso costo di realizzazione reso possibile da un’accurata scelta di materiali locali e di recupero e di piante perenni, un basso costo di manutenzione consentito dall’individuazione di vegetali che necessitano di cure “slow” e un basso costo per l’ambiente garantito dall’utilizzo di piante “a km 0”, dalla predilezione per materiali di riciclo e da un morigerato apporto di acqua.
Per capire meglio di cosa si tratta questo tipo di progettazione, proviamo a entrare più nel pratico. Se vi chiedessero di progettare un intervento per una copertura di un tetto piano di una palazzina che, a causa di una guaina catramata, riscalda eccessivamente l’abitazione sottostante del committente, cosa proporreste? Quali materiali scegliereste? E come li disporreste?
La soluzione escogitata dallo studio di Baratto per un tetto di Rivoli è stata quella di ricoprire il tetto di assi in legno riciclati, lo stesso materiale utilizzato per la realizzazione degli arredi e delle sedute; la posa è stata studiata in modo da garantire non solo il sostegno della pavimentazione, ma anche la mitigazione della temperatura dell’ambiente sottostante grazie a un’intercapedine di isolamento. L’ampia superficie è stata scandita da giochi di linee con cambi di direzione e di colorazione degli assi, alcuni dei quali sono stati trattati con una particolare tecnica giapponese che ha attribuito al legno una conservazione più duratura e una colorazione più scura.
Per quanto riguarda la vegetazione, date le alte temperature estive e il freddo vento invernale sono stati scelti piccoli e resistenti arbusti spoglianti rustici, accuratamente riposti in mastelli da vivaio e affidati a un impianto di irrigazione a goccia che riduce al minimo il consumo idrico, nascosto sotto la pavimentazione. Un progetto che attraverso bassi costi ha dato vita a una terrazza panoramica affacciata su Torino e sulla Val di Susa, nella piena soddisfazione del committente.
Questo è solo uno dei casi studio che saranno approfonditi il 10 luglio nell’incontro La progettazione del verde low cost durante il quale Veronica Buratto, il collega paesaggista Nicolò Sacchi e il vivaista Filippo Alossa alterneranno teoria e pratica per spigare come scegliere la pianta giusta per il posto giusto e per definire le strategie per una gestione intelligente del progetto di verde low cost.
L’appuntamento prevede 4 crediti formativi, si inserisce nel ciclo Pillole tecniche per l’architetto e sarà fruibile sia in aula che in webinar: