10 bandi programmati negli ultimi quattro anni e due importanti innovazioni: la gestione on-line delle procedure e l’incremento delle competizioni in due fasi.
Risalgono al 2005 le prime azioni della Fondazione a sostegno dei concorsi di architettura, ma le novità che hanno caratterizzato questi ultimi quattro anni sono molte, dall’adozione di piattaforme on-line alla maggior diffusione di concorsi in due fasi.
Per promuovere la qualità dell’architettura non basta operare sul fronte dei cittadini, sensibilizzando la committenza sull’importanza di vivere e pretendere di vivere in un ambiente di qualità, e su quello dell’offerta, sviluppando un sistema formativo d’eccellenza che garantisca un alto livello di preparazione degli architetti. È essenziale anche intervenire sui processi di selezione, il terzo tassello che unisce la domanda e l’offerta.
L’azione della Fondazione a sostegno degli enti banditori e a garanzia della correttezza dei concorsi di architettura è la risposta a questa necessità.
Tante sono le ragioni per cui abbiamo scelto di investire su questa modalità di affidamento degli incarichi: il concorso è lo strumento che consente di mettere tutti i partecipanti sullo stesso piano, senza differenze di curriculum o senza bisogno di avere un nome altisonante; offre un’opportunità ai più giovani che ancora non hanno avuto la possibilità di dimostrare le proprie capacità; stimola la creatività, lo sviluppo di nuove idee e il dibattito sull’architettura; fa parlare di architettura, di città e di territorio riportando al centro della discussione il progetto.
Il bilancio di questi ultimi quattro anni è positivo: dal 2005 sono stati banditi in collaborazione con la Fondazione circa 30 concorsi di cui ben 10 solo dal 2014 e altri sono in fase di elaborazione e saranno pubblicati dopo l’estate. Che i semi che abbiamo piantato stiano iniziando a dare i primi frutti in questo rinnovato interesse da parte delle Amministrazioni? Gli enti banditori sono per la quasi totalità soggetti pubblici e le tematiche affrontate si concentrano prevalentemente su due ambiti: questioni urbanistiche e paesaggistiche e interventi sull’esistente, talvolta anche con la definizione di nuove funzioni e identità. Dalla riqualificazione urbanistica di una piazza ad Avigliana alla progettazione di due scuole a Torino: Enrico Fermi e Giovanni Pascoli, passando per il riuso delle aree ex industriali di Mirafiori e la riqualificazione del convento dei Frati Francescani a Caluso.
Oltre a mettere in evidenza la varietà e l’interesse dei temi concorsuali, ci sono due aspetti che ci preme sottolineare in modo particolare. Innanzitutto il crescente ricorso ai concorsi in due fasi che consentono di fare una prima scrematura delle proposte a partire da richieste meno impegnative e impone un approfondimento e un ulteriore sforzo solo a pochi candidati selezionati, sempre in forma anonima.
In secondo luogo, a partire dal caso del Museo Regionale di Scienze Naturali (vai al concorso) nel 2015, per la gestione dei concorsi abbiamo iniziato a ricorrere a piattaforme on line che si basano su software per le comunicazioni tra ente banditore e progettista in tutte le fasi concorsuali, dalla pubblicazione del bando alla corrispondenza coi partecipanti, alla consegna della prima e della seconda fase, nonché le comunicazioni intermedie. Non stiamo ora ad elencare quanti vantaggi derivino per l’ente banditore e per i progettisti; ci limitiamo a segnalare solo due ricadute positive: si annullano i rischi di errore anche solo formale nella presentazione degli elaborati perché il sistema blocca le candidature se non si è assolto a tutte le richieste del bando e diminuisce la quantità di carta da produrre e di conseguenza i costi da sostenere. Due aspetti non secondari!